Pubblichiamo in anteprima l'editoriale del n. 6 di Pnei News
T story. Memoria e adattamento
Francesco Bottaccioli - Fondatore e presidente onorario SIPNEI
L’attuale pandemia è ricchissima di insegnamenti anche di tipo strettamente scientifico. Al centro c’è un reparto speciale del sistema immunitario: i linfociti T. Queste cellule sono dotate di memoria. Spesso di sente dire che l’immunità verso SARS-CoV-2 sparisce nel giro di pochi mesi perché il livello di anticorpi scende. In realtà, sono ormai numerosi gli studi che documentano che la memoria delle cellule T rimane pressoché intatta nel tempo e può anche adattarsi alle varianti. Una serie di lavori documenta che nei vaccinati la risposta anticorpale verso omicron è inadeguata, che migliora con la terza dose pur rimanendo bassa, ma soprattutto che i linfociti T memoria indotti dalla vaccinazione nell’80% dei casi rispondono efficacemente anche verso la variante omicron [1,2,3].
Una ricerca norvegese ci documenta l’adattabilità alle nuove varianti dei linfociti T indotti dal vaccino, che come è noto è stato realizzato sulla Spike del ceppo originario di Wuhan. Il 73% dei partecipanti a una festa di Natale a Oslo si erano infettati con omicron, erano tutti pienamente vaccinati, nessuno è stato ospedalizzato, sintomi lievi per 6-10 giorni. Lo studio dell’immunità di questi soggetti ha documentato che omicron, nei vaccinati, ha attivato una robusta risposta dei T citotossici e anche dei T helper che risiedono nell’area follicolare dei linfonodi (Tfh), che sono addetti alla attivazione dei linfociti B e quindi alla risposta anticorpale, cosa che è stata registrata nel campione di infetti di cui stiamo parlando. Ma il dato davvero più eccitante è che l’omicron ha fatto emergere una nuova capacità di risposta delle cellule T verso antigeni virali non-Spike [4]. E cioè queste cellule, che sono state generate da un vaccino contenente mRNA codificante per la Spike del ceppo di Wuhan, sono state in grado di riconoscere non solo la Spike ampiamente mutata dell’omicron, ma hanno anche reagito verso antigeni del virus la cui informazione genica non è presenti nel vaccino.
L’ultimo esempio di adattabilità è venuto da uno studio che ha documentato l’adattamento di linfociti T di non vaccinati e però memori dell’incontro con altri virus della famiglia dei coronavirus, che causano il normale raffreddore. Su 52 persone esposte al contagio, la metà non si è infettata per la preesistente presenza di linfociti T del raffreddore che si sono mostrati crossreattivi verso SARS-CoV-2. Questo spiega la discordanza tra chi si infetta e chi no a parità di esposizione e spiega anche perché la vaccinazione protegga sia dalla forma grave sia, in alcuni casi, dalla stessa positivizzazione [5].
Tutto ok allora? Non proprio [6] perché 1) non tutti sono protetti: i novax, le persone che non rispondono per niente o poco al vaccino; (2) omicron potrebbe diffondersi nei paesi poveri non vaccinati e magari tornare da noi in altra forma. Cambiare strategia, come abbiamo scritto più volte.
Riferimenti bibliografici
1)Keeton, R. et al. SARS-CoV-2 spike T cell responses induced upon vaccination or infection remain robust against Omicron. Preprint at medRxiv https://doi.org/10.1101/2021.12.26.21268380 (2021).
2) Mladen Jergovic et al. Resilient T cell responses to B.1.1.529 (Omicron) SARS-CoV-2 variant ; medRxiv preprint doi: https://doi.org/10.1101/2022.01.16.22269361
3) Liu, J. et al. Vaccines Elicit Highly Cross-Reactive Cellular Immunity to the SARS-CoV-2 Omicron
Variant. Preprint at medRxiv https://doi.org/10.1101/2022.01.02.22268634 (2022).
4) Hassen Kared et al Immunity in Omicron SARS-CoV-2 breakthrough COVID-19 in 2 vaccinated adults, medRxiv preprint doi: https://doi.org/10.1101/2022.01.13.22269213
5) Kundu R, et al. Cross-reactive memory T cells associate with protection against SARS-CoV-2 infection in COVID-19 contacts. Nat Commun. 2022 Jan 10;13(1):80. doi: 10.1038/s41467-021-27674-x. PMID: 35013199.
6) Editorial. COVID is here to stay: countries must decide how to adapt. Nature. 2022 Jan;601(7892):165. doi: 10.1038/d41586-022-00057-y. PMID: 35013606.