SIPNEI EARLY LIFE NEWSLETTER

Supplemento telematico a Pnei News direttore Francesco Bottaccioli
registrazione Tribunale di Bologna n° 8038 del 11/02/2010

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UN NUOVO SERVIZIO RISERVATO AI SOCI SIPNEI. Ogni mese riceverai gratuitamente sulla tua email una rassegna di aggiornamento scientifico internazionale sulle prime fasi della vita con articoli integrali e abstract in inglese e in italiano

 

 

 

SIPNEI EARLY LIFE

Rassegna della ricerca scientifica internazionale sulle prime fasi della vita a cura della Commissione Nazionale Sipnei Early Life con cadenza mensile.

Care colleghe e cari colleghi SIPNEI

siamo un gruppo di soci che vengono da percorsi differenti, accomunati tuttavia dal desiderio di conoscere e dalla volontà di apprendere e di migliorarci; curiosi per natura, abbiamo nutrito questo progetto perché diventasse uno stimolo per i  professionisti SIPNEI della cura integrata, con l’intento di potenziare la prevenzione nell’infanzia. Un contributo a che gli adulti di domani siano via via più sani e resilienti. La rassegna vorrà essere uno strumento di approfondimento e di studio per altri professionisti che condividono l’interesse verso la Psiconeuroendocrinoimmunologia, con particolare riferimento alle prime età della vita. La rassegna, che arriverà al vostro indirizzo email alla fine di ogni mese, sarà composta da tre articoli principali, ciascuno dei quali arricchito da articolicorrelati.

Contributi a cura di:

Dott. Stefania Carbonella, psicologa psicoterapeuta, Torino

Dott. Marilena Coniglio, psicologa psicoterapeuta, Cassano d’Adda e Milano

Dott. Gloria Curati - osteopata fisioterapista, Parma

Dott. Mariapia de Bari - osteopata fisioterapista, Roma e Molfetta (BA)

Dott. Roberta Dell’Acqua - psicologa psicoterapeuta, Legnano (MI)

Dott. Lisa Gaiarsa - osteopata, Vicenza

Dott. Vera Gandini - medico pediatra, Busto Arsizio (VA)

Dott. Federica Lavista - medico psicoterapeuta, Torino

Dott. Eleonora Lombardi Mistura - medico pediatra, Carvico (BG)

Arch. Silvia Moneti - architetto e insegnante, Cesena

Dott. Ornella Righi - medico pediatra, Piacenza

Dott. Rosario Savino - medico neuropsichiatra infantile, Napoli

Dott. Emanuela Stoppele - psicologa psicoterapeuta, Verona

Dott. Rossana Terni - psicologa psicoterapeuta, Vicenza e Napoli

Dott. Federica Taricco - ostetrica, Savigliano (CN) 

Dott. Gloria Trapletti - medico pediatra, Cagliari

Rassegna a cura di: Dott.ssa Vera Gandini e dott.ssa Ornella Righi 

 

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RASSEGNA EARLY LIFE GENNAIO 2024

Oggetto della nostra rassegna è la MIA o attivazione immunitaria materna. 

Negli studi, sia sull'uomo che sugli animali, con il termine MIA ci si riferisce a qualsiasi sfida immunitaria che si verifichi durante la gravidanza. I cambiamenti indotti dalla MIA nella traiettoria dello sviluppo fetale possono essere inseriti nel paradigma della teoria delle origini fetali della salute e della malattia o DoHaD (Developmental Origins of Health and Disease).

Durante lo sviluppo, il cervello è particolarmente vulnerabile agli insulti ambientali e alle infezioni materne, i cui effetti sono mediati dalla risposta immunitaria della madre

Gli studi evidenziano come il conseguente aumento delle concentrazioni di citochine sistemiche materne (la “cytokine storm”), sia accompagnato da risposte infiammatorie sia nella placenta che nel cervello fetale. 

L'esposizione all'attivazione immunitaria materna è in grado di compromettere la regolazione del sistema immunitario, di influenzare la quantità e la funzione delle cellule microgliali, interrompendo la maturazione e la potatura sinaptica, provocando il rimodellamento dei circuiti neurali e causando il deficit nella funzione e nel comportamento neurale. 

Il periodo di gestazione in cui l’esposizione si verifica, l'entità, la durata e il tipo di infiammazione, sommati all’influenza di altri fattori, determinano le differenze tra gli esiti fenotipici nella prole indotti dalla MIA.

Gli studi che presentiamo e i loro correlati indagano, con l’aiuto di modelli animali, come l'esposizione all'attivazione immunitaria materna rappresenti un fattore di rischio per diverse condizioni, che si manifestano anche nell’epoca post-natale. La risposta della madre determina un’iper-reazione o una soppressione della risposta immunitaria nella prole, che favoriscono la risposta autoimmune del diabete mellito di tipo 1, l'ipersensibilità immunitaria delle malattie allergiche e la reazione immunitaria eccessiva nei disturbi dello sviluppo neurologico.

Il tema è estremamente attuale alla luce delle recenti infezioni materne da coronavirus SARS-CoV-2.

Buona lettura!

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Influence of Immune System Abnormalities Caused by Maternal Immune Activation in the Postnatal Period.

ABSTRACT

The developmental origins of health and disease (DOHaD) indicate that fetal tissues and organs in critical and sensitive periods of development are susceptible to structural and functional changes due to the adverse environment in utero. Maternal immune activation (MIA) is one of the phenomena in DOHaD. Exposure to maternal immune activation is a risk factor for neurodevelopmental disorders, psychosis, cardiovascular diseases, metabolic diseases, and human immune disorders. It has been associated with increased levels of proinflammatory cytokines transferred from mother to fetus in  the prenatal period. Abnormal immunity induced by MIA includes immune overreaction or immune response failure in offspring. Immune overreaction is a hypersensitivity response of the immune system to pathogens or allergic factor. Immune response failure could not properly fight off various pathogens. The clinical features in offspring depend on the gestation period, inflammatory magnitude, inflammatory type of MIA in the prenatal period, and exposure to prenatal inflammatory stimulation, which might induce epigenetic modifications in the immune system. An analysis of epigenetic modifications caused by adverse intrauterine environments might allow clinicians to predict the onset of diseases and disorders beforeor after birth.

ABSTRACT TRADOTTO

La teoria delle origini dello sviluppo della salute e della malattia (DOHaD) indica che i
tessuti e gli organi fetali nei periodi critici e sensibili di sviluppo sono suscettibili a
cambiamenti strutturali e funzionali dovuti all'ambiente avverso in utero. L'attivazione
immunitaria materna (MIA) è uno dei fenomeni della DOHaD. L'esposizione all'attivazione immunitaria materna è un fattore di rischio per disturbi del neurosviluppo, psicosi, malattie cardiovascolari, malattie metaboliche e disturbi immunitari umani. È stata associata ad un aumento dei livelli di citochine proinfiammatorie trasferite dalla madre al feto nel periodo prenatale. L'immunità anormale indotta dalla MIA include un’eccessiva reazione immunitaria o un deficit della risposta immunitaria nella prole. L'eccessiva reazione immunitaria è una risposta di ipersensibilità del sistema immunitario agli agenti patogeni o a un fattore allergico. Il difetto della risposta immunitaria non può combattere adeguatamente vari agenti patogeni. Le caratteristiche cliniche nella prole dipendono dal periodo di gestazione, dall'entità infiammatoria, dal tipo infiammatorio di MIA nel periodo prenatale e dall'esposizione alla stimolazione infiammatoria prenatale, che potrebbe indurre modificazioni epigenetiche nel sistema immunitario. Un'analisi delle modificazioni epigenetiche causate da ambienti intrauterini avversi potrebbe consentire ai clinici di prevedere l'insorgenza di malattie e disturbi prima o dopo la nascita.

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Prenatal immune stress blunts microglia reactivity, impairing neurocircuitry.

ABSTRACT

Recent studies suggested that microglia, the primary brain immune cells, can affect circuit connectivity and neuronal function1,2. Microglia infiltrate the neuroepithelium early in embryonic development and are maintained in the brain throughout adulthood3,4. Several maternal environmental factors-such as an aberrant microbiome, immune activation and poor nutrition-can influence prenatal brain development5,6. Nevertheless, it is unknown how changes in the prenatal environment instruct the developmental trajectory of infiltrating microglia, which in turn affect brain development and function. Here we show that, after maternal immune activation (MIA) in mice, microglia from the offspring have a long-lived decrease in immune reactivity (blunting) across the developmental trajectory. The blunted immune response was accompanied by changes in chromatin accessibility and reduced transcription factor occupancy of the open chromatin. Single-cell RNA-sequencing analysis revealed that MIA does not induce a distinct subpopulation but, rather, decreases the contribution to inflammatory microglia states. Prenatal replacement of microglia from MIA offspring with physiological infiltration of naive microglia ameliorated the immune blunting and restored a decrease in presynaptic vesicle release probability onto dopamine receptor type-two medium spiny neurons, indicating that aberrantly formed microglia due to an adverse prenatal environment affect the long-term microglia reactivity and proper striatal circuit development.

ABSTRACT TRADOTTO

Studi recenti hanno suggerito che la microglia, le cellule immunitarie cerebrali primarie,
può influenzare la connettività del circuito e la funzione neuronale. La microglia si infiltra nel neuroepitelio nelle prime fasi dello sviluppo embrionale e sono mantenute nel cervello in tutta l'età adulta. Diversi fattori ambientali materni, come un microbioma aberrante, l'attivazione immunitaria e la scarsa nutrizione, influenzano lo sviluppo cerebrale prenatale. Tuttavia, non è noto come i cambiamenti nell'ambiente prenatale istruiscano la traiettoria dello sviluppo della microglia infiltrante, che a sua volta influenzano lo sviluppo e la funzione del cervello. Qui mostriamo che, dopo l'attivazione immunitaria materna (MIA) nei topi, la microglia della prole ha una riduzione di lunga durata della reattività immunitaria durante tutta la traiettoria dello sviluppo. La risposta immunitaria è stata accompagnata da cambiamenti dell'accessibilità della cromatina e una ridotta occupazione del fattore di trascrizione della cromatina aperta. L'analisi di sequenziamento dell'RNA a singola cellula ha rivelato che la MIA non induce una sottopopolazione distinta ma, piuttosto, riduce il contributo agli stati di microglia infiammatoria. La sostituzione prenatale della microglia della prole MIA con infiltrazione fisiologica di microglia primitiva ha migliorato il blunting immunitario e ha ripristinato una diminuzione della probabilità di rilascio della vescicola presinaptica sul recettore della dopamina indicando che la microglia aberrante formata a causa di un ambiente prenatale avverso, influisce sulla reattività della microglia a lungo termine e sul corretto sviluppo del circuito striatale.

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The impact of maternal immune activation on embryonic brain

development.

 ABSTRACT

The adult brain is a complex structure with distinct functional sub-regions, which are
generated from an initial pool of neural epithelial cells within the embryo. This transition
requires a number of highly coordinated processes, including neurogenesis, i.e., the
generation of neurons, and neuronal migration. These take place during a critical period of development, during which the brain is particularly susceptible to environmental insults. Neurogenesis defects have been associated with the pathogenesis of neurodevelopmental disorders (NDDs), such as autism spectrum disorder and schizophrenia. However, these disorders have highly complex multifactorial etiologies, and hence the underlying mechanisms leading to aberrant neurogenesis continue to be the focus of a significant research effort and have yet to be established. Evidence from epidemiological studies suggests that exposure to maternal infection in utero is a critical risk factor for NDDs. To establish the biological mechanisms linking maternal immune activation (MIA) and altered neurodevelopment, animal models have been developed that allow experimental manipulation and investigation of different developmental stages of brain development following exposure to MIA. Here, we review the changes to embryonic brain development focusing on neurogenesis, neuronal migration and cortical lamination, following MIA. Across published studies, we found evidence for an acute proliferation defect in the embryonic MIA brain, which, in most cases, is linked to an acceleration in neurogenesis, demonstrated by an increased proportion of neurogenic to proliferative divisions. This is accompanied by disrupted cortical lamination, particularly in the density of deep layer neurons, which may be a consequence of the premature neurogenic shift. Although many  aspects of the underlying pathways remain unclear, an altered epigenome and mitochondrial dysfunction are likely mechanisms underpinning disrupted neurogenesis in the MIA model. Further research is necessary to delineate the causative pathways responsible for the variation in neurogenesis phenotype following MIA, which are likely due to differences in timing of MIA induction as well as sex-dependent variation. This will help to better understand the underlying pathogenesis of NDDs, and establish therapeutic targets.

ABSTRACT TRADOTTO

ll cervello adulto è una struttura complessa con sottoregioni funzionali distinte, che si
generano da un pool iniziale di cellule epiteliali neurali all'interno dell'embrione. Questa
transizione richiede una serie di processi altamente coordinati, tra cui la neurogenesi, cioè la generazione di neuroni, e la migrazione neuronale. Questi processi hanno luogo durante un periodo critico dello sviluppo, durante il quale il cervello è particolarmente sensibile agli insulti ambientali. I difetti della neurogenesi sono stati associati alla patogenesi dei disturbi del neurosviluppo (NDD), come il disturbo dello spettro autistico e la schizofrenia. Tuttavia, questi disturbi hanno un'eziologia multifattoriale molto complessa e quindi i meccanismi alla base di una neurogenesi aberrante continuano a essere al centro di un notevole sforzo di ricerca e non sono ancora stati stabiliti. L'evidenza degli studi epidemiologici suggerisce che l'esposizione alle infezioni materne in utero è un fattore di rischio critico per i NDD. Per stabilire i meccanismi biologici che collegano l'attivazione immunitaria materna (MIA) e l'alterazione del neurosviluppo, sono stati sviluppati modelli animali che consentono la manipolazione sperimentale e l'indagine delle diverse fasi dello sviluppo cerebrale in seguito all'esposizione alla MIA. In questa sede, esaminiamo i cambiamenti dello sviluppo cerebrale embrionale, con particolare attenzione alla neurogenesi, alla migrazione neuronale e alla laminazione corticale, in seguito alla MIA. Tra gli studi pubblicati, abbiamo trovato prove di un difetto acuto di proliferazione nel cervello embrionale dei MIA, che, nella maggior parte dei casi, è legato a un'accelerazione della neurogenesi, dimostrata da un aumento della proporzione tra divisioni neurogeniche e proliferative. Questo fenomeno è accompagnato da un'alterazione della laminazione corticale, in particolare per quanto riguarda la densità dei neuroni dello strato profondo, che potrebbe essere una conseguenza dello spostamento neurogenico prematuro. Sebbene molti aspetti dei percorsi sottostanti rimangano poco chiari, un epigenoma alterato e la disfunzione mitocondriale sono probabili meccanismi alla base dell'alterazione della neurogenesi nel modello MIA. Sono necessarie ulteriori ricerche per delineare le vie causali responsabili della variazione del fenotipo della neurogenesi in seguito alla MIA, che è probabilmente dovuta a differenze nei tempi di induzione della MIA e a variazioni dipendenti dal sesso. Questo aiuterà a comprendere meglio la patogenesi alla base delle NDD e a stabilire bersagli terapeutici.

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RASSEGNA EARLY LIFE FEBBRAIO 2024

La depressione infantile è caratterizzata da umore triste o irritabile, diminuzione dell'autostima, disturbi del sonno, anedonia, diminuzione della capacità di divertimento, ritiro sociale o riduzione delle relazioni sociali e compromissione del rendimento scolastico. Questo disturbo tende a ripresentarsi per tutta la vita ed è associato a gravi complicazioni, tra cui autolesionismo e suicidio. La sua prevalenza aumenta notevolmente nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Nella sua forma più grave, la depressione può portare a tentativi di suicidio che costituiscono una delle principali cause di morte tra gli adolescenti in Europa.  La fisiopatologia di questa condizione rimane poco chiara e molti pazienti presentano una resistenza al trattamento (fino al 60%). A differenza degli adulti, la depressione è difficile da diagnosticare nei bambini perché i sintomi non sono specifici e le manifestazioni possono sovrapporsi a quelle normalmente osservate in questa fase della vita. 

La nostra rassegna è volta ad approfondire la possibilità di identificare dei biomarcatori da utilizzare come indicatori specifici della depressione in età pediatrica che potrebbero favorire la diagnosi e diventare predittori della risposta antidepressiva.

Il primo articolo, in particolare, ha riassunto gli studi disponibili sui biomarcatori molecolari nella depressione infantile e adolescenziale, concentrandosi principalmente sui neurotrasmettitori, sui fattori infiammatori, neurotrofici, neuroendocrini e metabolomici. 

Il secondo articolo si occupa del ruolo dell'attività fisica come intervento terapeutico per i bambini e gli adolescenti, da integrare alla terapia tradizionale. Diversi studi hanno dimostrato che questo tipo di intervento, agendo attraverso diversi meccanismi d’azione, può ridurre i sintomi depressivi nell’età pediatrica e rappresentare uno strumento di prevenzione per tale condizione. 

Infine, il terzo lavoro indaga la relazione tra microbiota intestinale e depressione in età pediatrica. La disbiosi intestinale, associata all'attivazione di una complessa risposta pro-infiammatoria, potrebbe svolgere un ruolo importante nella patogenesi della depressione infantile. 

La depressione è un'entità complicata con natura eterogenea e genesi multifattoriale. I lavori presentati evidenziano l’urgenza di studi volti a comprendere meglio la fisiologia e l'eziologia della depressione infantile e che contribuiscano alla diagnosi e alla terapia nei bambini e negli adolescenti.

 

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Biomarkers in Child and Adolescent Depression

ABSTRACT

Despite the significant prevalence of Major Depressive Disorder in the pediatric population, the pathophysiology of this condition remains unclear, and the treatment outcomes poor. Investigating tools that might aid in diagnosing and treating early-onset depression seems essential in improving the prognosis of the future disease course. Recent studies have focused on searching for biomarkers that constitute biochemical indicators of MDD susceptibility, diagnosis, or treatment outcome. In comparison to increasing evidence of possible biomarkers in adult depression, the studies investigating this subject in the youth population are lacking. This narrative review aims to summarize research on molecular and biochemical biomarkers in child and adolescent depression in order to advocate future directions in the research on this subject. More studies on depression involving the youth population seem vital to comprehend the natural course of the disease and identifyfeatures that may underlie commonly observed differences in treatment outcomes between adults and children.

ABSTRACT TRADOTTO

Nonostante la significativa prevalenza del disturbo depressivo maggiore nella popolazione pediatrica, la fisiopatologia di questa condizione rimane poco chiara e i risultati del trattamento sono scarsi. La ricerca di strumenti che potrebbero aiutare nella diagnosi e nel trattamento della depressione ad esordio precoce sembra essenziale per migliorare la prognosi del futuro decorso della malattia. Studi recenti si sono concentrati sulla ricerca di biomarcatori che costituiscano indicatori biochimici della suscettibilità, della diagnosi o dell’esito del trattamento del disturbo depressivo maggiore. In confronto alla crescente evidenza di possibili biomarcatori nella depressione adulta, mancano studi che indagano questo argomento nella popolazione giovanile. Questa revisione narrativa mira a riassumere la ricerca sui biomarcatori molecolari e biochimici nella depressione infantile e adolescenziale al fine di sostenere le direzioni future nella ricerca su questo argomento. Ulteriori studi sulla depressione che coinvolgano la popolazione giovanile sembrano vitali per comprendere il decorso naturale della malattia e identificare le caratteristiche che possono essere alla base delle differenze comunemente osservate nei risultati del trattamento tra adulti e bambini.

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Effect of exercise intervention on depression in children and
adolescents: a systematic review and network meta-analysis.

ABSTRACT

Objectives: To evaluate the effect of different exercise interventions on depressive
symptoms in children and adolescents. Methods: Randomized controlled trials (RCT) published until May 2023 were screened in four databases. The Cochrane collaboration tool was used to assess the risk of bias for quality evaluation. Stata 16.0 software was used for both a pairwise meta-analysis and a series of frequentist network meta-analyses (NMA).

Results: A total of 35 RCTs and 5393 participants were included. Aerobic exercise had
the most significant effect on depressive symptoms (66.2%), followed by group training
(62.5%), resistance exercise (59.0%), and aerobic combined with resistance exercise
(57.9%). Furthermore, children and adolescents younger than 15 years showed significant improvement in depressive symptoms (SMD=-0.41, 95% CI (-0.63, -0.19), P < 0.01). The study also found a significant improvement in depression among healthy, obesity, and depressed populations (SMD=-0.25, 95% CI (-0.41, -0.08), P < 0.01); SMD=-0.15, 95% CI (-0.31, -0.00), P < 0.01; SMD=-0.75, 95% CI (-1.32, -0.19), P < 0.01). Additionally, 30 min of exercise had a significant effect (SMD=-0.14, 95% CI (-0,81, -0.01), P < 0.01), and 40-50 min of exercise had the best effect (SMD=-0.17, 95% CI (-0,33, -0.02), P < 0.01). Lastly, exercise frequency of three times per week was significant in children and adolescents (SMD=-0.42, 95% CI (-0,66, -0.18), P < 0.01).

Conclusion: Exercise significantly improves depressive symptoms in children and adolescents, with aerobic exercise having the most significant effect. A 12-week, three-times-a-week, 40-50-minute exercise intervention was found to be more effective in younger children and adolescents.

ABSTRACT TRADOTTO

Obiettivi: Valutare l'effetto di diversi interventi di esercizio sui sintomi depressivi nei
bambini e negli adolescenti. Metodi: gli studi randomizzati controllati (RCT) pubblicati fino a maggio 2023 sono stati screenati in quattro database. Lo strumento di collaborazione Cochrane è stato utilizzato per valutare il rischio di pregiudizio per la valutazione della qualità. Il software Stata 16.0 è stato utilizzato sia per una meta-analisi a coppie che per una serie di meta-analisi di rete frequentiste (NMA).
Risultati: sono stati inclusi un totale di 35 RCT e 5393 partecipanti. L'esercizio aerobico ha avuto l'effetto più significativo sui sintomi depressivi (66,2%), seguito dall'allenamento di gruppo (62,5%), dall'esercizio di resistenza (59,0%) e dall'aerobico combinato con l'esercizio di resistenza (57,9%). Inoltre, i bambini e gli adolescenti di età inferiore ai 15 anni hanno mostrato un miglioramento significativo dei sintomi depressivi (SMD=-0,41, IC 95% (-0,63, -0,19), P < 0,01). Lo studio ha anche trovato un miglioramento significativo della depressione tra le popolazioni sane, obese e depresse (SMD=-0,25, IC 95% (-0,41, - 0,08), P < 0,01); SMD=-0,15, IC 95% (-0,31, -0,00), P < 0,01; SMD=-0,75, IC 95% (-1,32, - 0,19), P < 0,01). Inoltre, 30 minuti di esercizio hanno avuto un effetto significativo (SMD=-0,14, IC 95% (-0,81, -0,01), P < 0,01) e 40-50 minuti di esercizio hanno avuto l'effetto migliore (SMD=-0,17, IC 95% (-0,33, -0,02), P < 0,01). Infine, la frequenza di esercizio di tre volte alla settimana è stata significativa nei bambini e negli adolescenti (SMD=-0,42, IC 95% (-0,66, -0,18), P < 0,01).
Conclusione: l'esercizio fisico migliora significativamente i sintomi depressivi nei bambini e negli adolescenti, con l'esercizio aerobico che ha l'effetto più significativo. Un intervento di esercizio di 12 settimane, tre volte a settimana, per 40-50 minuti è risultato più efficace nei bambini più piccoli e negli adolescenti.

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Changes in fecal microbiota composition and the cytokine expression profile in
school-aged children with depression: A case-control study

ABSTRACT

Depression in childhood negatively affects the growth and development, school
performance, and peer or family relationships of affected children, and may even lead to suicide. Despite this, its etiology and pathophysiology remain largely unknown. Increasing evidence supports that gut microbiota plays a vital role in the development of childhood depression. However, little is known about the underlying mechanisms, as most clinical studies investigating the link between gut microbiota and depression have been undertaken in adult cohorts. In present study, a total of 140 school-aged children (6-12 years) were enrolled, including 92 with depression (male/female: 42/50) and 48 healthy controls (male/female: 22/26) from Lishui, Zhejiang, China. Illumina sequencing of the V3-V4 region of the 16S rRNA gene was used to investigate gut microbiota profiles while Bio-Plex Pro Human Cytokine 27-plex Panel was employed to explore host immune response. We found that, compared with healthy controls, children with depression had greater bacterial richness and altered β-diversity. Pro-inflammatory genera such as Streptococcus were enriched in the depression group, whereas anti-inflammatory genera such as Faecalibacterium were reduced, as determined by linear discriminant analysis effect size. These changes corresponded to altered bacterial functions, especially the production of immunomodulatory metabolites. We also identified the presence of a complex inflammatory condition in children with depression, characterized by increased levels of pro-inflammatory cytokines such as IL-17 and decreased levels of anti-inflammatory cytokines such as IFN-γ. Correlation analysis demonstrated that the differential cytokine abundance was closely linked to changes in gut microbiota of children with depression. In summary, key functional genera, such as Streptococcus and Faecalibacterium, alone or in combination, could serve as novel and powerful non-invasive biomarkers to distinguish between children with depression from healthy ones. This study was the first to demonstrate that, in Chinese children with depression, gut microbiota homeostasis is disrupted, concomitant with the activation of a complex pro-inflammatory response. These findings suggest that gut microbiota might play an important role in the pathogenesis of depression in school-aged children, while key functional bacteria in gut may serve as novel targets for non-invasive diagnosis and patient-tailored early precise intervention in children with depression. 

ABSTRACT TRADOTTO

La depressione nell'infanzia influisce negativamente sulla crescita e lo sviluppo, sulle
prestazioni scolastiche e sulle relazioni tra pari o familiari dei bambini affetti e può persino portare al suicidio. Nonostante questo, la sua eziologia e fisiopatologia rimangono in gran parte sconosciute. Prove crescenti sostengono che il microbiota intestinale svolge un ruolo vitale nello sviluppo della depressione infantile. Tuttavia, si sa poco sui meccanismi sottostanti, poiché la maggior parte degli studi clinici che studiano il legame tra microbiota intestinale e depressione sono stati intrapresi in coorti di adulti. Nel presente studio, sono stati arruolati un totale di 140 bambini in età scolare (6-12 anni), di cui 92 con depressione (maschio/femmina: 42/50) e 48 controlli sani (maschio/femmina: 22/26) di Lishui, Zhejiang, Cina. Il sequenziamento Illumina della regione V3-V4 del gene 16S rRNA è stato utilizzato per studiare i profili del microbiota intestinale mentre il pannello Bio-Plex Pro Human Cytokine 27-plex è stato impiegato per esplorare la risposta immunitaria dell'ospite. Abbiamo scoperto che, rispetto ai controlli sani, i bambini con depressione avevano una maggiore ricchezza batterica e una β-diversità alterata. I generi pro-infiammatori come Streptococcus erano più ricchi nel gruppo della depressione, mentre i generi anti-infiammatori come Faecalibacterium erano ridotti, come determinato dalla dimensione dell'effetto dell'analisi discriminante lineare. Questi cambiamenti corrispondevano ad alterazioni delle funzioni batteriche, in particolare alla produzione di metaboliti immunomodulatori. Abbiamo anche identificato la presenza di una condizione infiammatoria complessa nei bambini con depressione, caratterizzata da un aumento dei livelli di citochine pro-infiammatorie come IL-17 e da una diminuzione dei livelli di citochine anti-infiammatorie come IFN-γ. L'analisi di correlazione ha dimostrato che l'abbondanza differenziale di citochine era strettamente legata ai cambiamenti nel microbiota intestinale dei bambini con depressione. In sintesi, i generi funzionali chiave, come Streptococcus e Faecalibacterium, da soli o in combinazione, potrebbero servire come nuovi e potenti biomarcatori non invasivi per distinguere tra i bambini con depressione da quelli sani. Questo studio è stato il primo a dimostrare che, nei bambini cinesi con depressione, l'omeostasi del microbiota intestinale è interrotta, in concomitanza con l'attivazione di una complessa risposta pro-infiammatoria. Questi risultati suggeriscono che il microbiota intestinale potrebbe svolgere un ruolo importante nella patogenesi della depressione nei bambini in età scolare, mentre i batteri funzionali chiave nell'intestino possono servire come nuovi bersagli per la diagnosi non invasiva e l'intervento preciso precoce su misura per il paziente nei bambini con depressione.

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