COVID-19. Mi sono vaccinata, ma non è tana libera tutti

pubb. lunedì, 11 Gennaio, 2021


di Anna Giulia Bottaccioli

Domenica 10 gennaio 2021 ho fatto la prima dose di vaccino.
L’ho fatto perché sono un medico che lavora quotidianamente a contatto con persone fragili.
L’ho fatto perché, nonostante l’uso corretto dei DPI e l’assenza di una vita sociale dallo scoppio della pandemia (a parte una brevissima parentesi estiva), ho paura di contrarre la Covid-19 e di ammalarmi seriamente.
L’ho fatto perché, semmai sarà dimostrato che questo vaccino blocca la trasmissione dell’infezione, avrò protetto i miei genitori dal contagio.

Dico semmai, perché allo stato attuale delle conoscenze i vaccini Pfizer e Moderna, gli unici approvati in UE, proteggono al 90-95% dalla malattia Covid19, NON dall’infezione SARS-CoV2. Una differenza molto importante, che deve far riflettere gli operatori sanitari, la prima categoria sottoposta a vaccinazione in Italia.
Questo vaccino, se applicato su larga scala su fasce critiche di popolazione, dovrebbe (e me lo auguro con tutto il cuore) ridurre nel giro di qualche mese il tasso di mortalità e di ospedalizzazione, alleggerendo la pressione sul sistema sanitario.

NON È UN TANA LIBERA TUTTI.

Occorre continuare ad essere prudenti, mantenere il distanziamento, indossare le mascherine, evitare assembramenti, tutto questo anche DOPO che avremo fatto la seconda dose, perché non è detto che saremo IMMUNI dal virus, lo saremo dalla malattia e non sappiamo nemmeno per quanto tempo.
L’immunità di gregge è un obiettivo purtroppo lontano, occorre perseguire una strada di prudenza e non di sensazionalismo, come sto vedendo fare da molti, in primis da apparati governativi.

Finché non arriveranno altri studi di conferma, che tutti noi persone di scienza attendiamo, dovremo continuare ad essere assennati e responsabili, perché vi ricordo che noi operatori sanitari, per primi, dobbiamo ESSERE DI ESEMPIO per gli altri.

Nel libro che ho scritto con mio padre “Nutrire l’immunità contro Covid-19. Integrare la cura. Cambiare la sanità”, in uscita a febbraio per Edra, raccontiamo come immaginiamo noi la cura per questa pandemia e il modo per provare ad uscirne il prima possibile.





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