Cronache dall’Antropocene: resistenza batterica e rifiuti di plastica

pubb. giovedì, 9 Novembre, 2023


Cronache dall’Antropocene: resistenza batterica e rifiuti di plastica

… Ovvero, gli ecosistemi sono perturbati da farmaci ed inquinamento di origine antropica che agiscono sul Microbioma in una scala planetaria…

 

di Mauro Bologna

 

L’inquinamento ambientale da “microplastiche” modifica le popolazioni batteriche negli ambienti fluviali, dove i batteri patogeni dotati di antibioticoresistenza sembrano prediligere le superfici delle particelle di plastica per colonizzare ed espandersi. E’ questa la sintesi essenziale di alcune ricerche svolte negli ultimi mesi dagli ecologi fluviali britannici, che probabilmente evidenziano un fenomeno presente ovunque nel mondo, soprattutto nei corsi d’acqua più contaminati da rifiuti plastici.

Il gruppo di ricerca attivo presso la School of Life Sciences, University of Warwick, Coventry, UK  (Zadjelovic et al, 2023) ha svolto, nell’ambito di una vasta collaborazione internazionale che ha coinvolto varie istituzioni di ricerca in Cile, Canada, Gran Bretagna e Spagna, sperimentazioni batteriologiche e genetiche sui batteri presenti in ambito fluviale con metodiche sia “in situ” che “ex-situ”. La ricerca è complessa e dettagliata, per cui riportiamo qui una sintesi dei risultati e rimandiamo alla fonte per gli approfondimenti (l’articolo è “open source” ed è corredato anche da un breve ed efficace video riassuntivo – vedi riferimento qui in fondo).

Le contaminazioni da rifiuti plastici rappresentano matrici solide che vengono colonizzate da una vasta gamma di microrganismi. Data la loro presenza ubiquitaria nel suolo, nelle acque dolci e nel mare, molti studi hanno prestato attenzione alla presenza batterica sulle microplastiche in ambito marino, ma a livello fluviale sono state finora poche le ricerche al riguardo, mentre è proprio dai fiumi che spesso le microplastiche raggiungono il mare. Ed è proprio nei fiumi che molti sistemi fognari urbani riversano liquami, nei quali i rifiuti organici dei centri abitati raccolgono anche gli scarti di farmaci e molti metaboliti ancora attivi dei farmaci antibiotici usati nei diversi territori (da fonti umane, urbane, agricole, zootecniche, ecc.).

I fiumi trasportano al mare ogni anno enormi quantità di rifiuti plastici sui quali le comunità batteriche si fissano e si riproducono. L’insieme di questi ecosistemi batterici che crescono sulle plastiche è stato definito “plastisfera” e sembra differire sostanzialmente dagli ecosistemi batterici privi di microplastiche.

Molte ricerche di approfondimento saranno necessarie e sono già in via di svolgimento, ma lo studio qui riportato rileva in maniera significativa un’incrementata presenza nella plastisfera di specie batteriche come i vibrioni ed altre specie patogene opportunistiche, caratterizzate anche da resistenza multipla ai più diffusi antibiotici per uso umano e zootecnico. Il titolo dell’articolo referenziato, tradotto in italiano, dice esattamente che “Passeggeri microbici dotati di geni della antibiotico-resistenza viaggiano nella plastisfera fluviale”.

Insomma, il vasto uso di antibiotici (per applicazioni umane, agricole e zootecniche) e la presenza di microplastiche nei fiumi finiscono per creare un ecosistema batterico che si arricchisce progressivamente di specie patogene e multi-antibiotico-resistenti. Con ciò si eleva dunque il rischio di nuove infezioni resistenti, sia per l’uomo che per gli animali.

E’ evidente che la ricerca di base di questo tipo (microbiologia dei germi ambientali nei fiumi e nei mari) può evidenziare nicchie di rischio potenziale per la patologia umana e rappresenta una fonte di riflessione importante sia ai fini di prevenire la dispersione dei rifiuti di plastica, sia per limitare l’uso eccessivo degli antibiotici in terapia anti-infettiva tanto agro-zootecnica che umana.

In uno spirito sanitario ecologico e di matrice “One Health” (https://www.who.int/news-room/questions-and-answers/item/one-health) questa specifica evidenza investigativa dovrebbe indurre tutti gli operatori sanitari, ed in particolare quelli con cultura PNEI, a prestare la dovuta attenzione a questi temi di possibili interazioni tra inquinamento ambientale ed ecosistemi microbici.

 

——— Riferimenti ——

Zadjelovic , V. et al. (2023) “Microbial hitchhikers harbouring antimicrobial-resistance genes in the riverine plastisphere”. Microbiome (2023) 11:225;https://doi.org/10.1186/s40168-023-01662-3





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