L’intelligenza artificiale in medicina avanza: sempre di più occorre studiare, comprendere e governare le sue applicazioni

pubb. domenica, 7 Maggio, 2023


L’intelligenza artificiale in medicina avanza:
sempre di più occorre studiare, comprendere e governare le sue applicazioni

 

di Mauro Bologna

 

Il progresso è sempre inarrestabile e sempre lo sarà.

Nessuno può illudersi che non sia così: occorre studiare e comprendere, sempre.

Le applicazioni dell’intelligenza artificiale sono in rapidissimo sviluppo in tutti i settori: la medicina non fa eccezione, anzi, risulta tra i settori con maggiore rapidità e profondità degli sviluppi innovativi.

La notizia di questi giorni è che una delle riviste mediche più importanti del mondo, il New England Journal of Medicine, espressione della Harvard Medical School di Boston, ha deciso di avviare dall’autunno una nuova rivista affiliata, che si chiamerà NEJM AI (da Artificial Intelligence, appunto).

Riferisco qui dell’editoriale apparso su NEJM del 30 marzo scorso, a firma di Andrew Beam et al., intitolato appunto “Artificial Intelligence in Medicine”.

Vi si discute di come la Medicina rappresenti un settore in cui le applicazioni di intelligenza artificiale possono trovare sia un potenziale formidabile che sfide di grande rilievo, assolutamente meritevoli di ampia ed approfondita discussione scientifica. NEJM conta appunto di ospitare articoli riguardanti il settore nelle sua nuova testata NEJM AI (ai.nejm.org), annunciata a cadenza mensile e solo “on-line”. Conta di pubblicarli con il consueto rigore scientifico e con la consueta attenzione ai conflitti di interesse (che possono essere di grande portata nel campo commerciale delle aziende coinvolte e con gli scienziati interessati allo sfruttamento economico delle loro acquisizioni).

Alcuni dei settori in cui le prime e più promettenti applicazioni si stanno impegnando sono (1) la raccolta dei pareri medici erogati sotto dettatura (corredati di test di laboratorio e di risultati di metodiche diagnostiche), per il rilascio di referti; (2) la documentazione assicurativa, sia a cura dei prestatori di cure che delle aziende fornitrici di coperture finanziarie; (3) l’interpretazione diagnostica di immagini (radiografie, esami istologici, fondi oculari, ecc.); (4) analisi e consultazione di basi di dati di vaste proporzioni, con informazioni che vanno dai dati di laboratorio ai dati clinici delle diverse patologie osservate nel tempo e nei diversi centri di eccellenza clinica.

E non solo …

Un esempio recentissimo di tali applicazioni è stato pubblicato dalla rivista Clincal and Molecular Hepatology, a cura di Yes YH e collaboratori, che hanno sottoposto al chatbot denominato ChatGPT una serie di 164 domande elaborate indipendentemente da due epatologi esperti sul tema dei trattamenti per la cirrosi epatica e per il cancro epatico.

Le risposte del sistema di AI sono state giudicate esatte per il 77% e complete in oltre il 40% dei casi (da parte dei due esperti). Risultati imperfetti, direte: è chiaro che c’è ancora parecchia strada da percorrere, ma già così un’interrogazione su temi ultra-specialistici può tornare utile a tutti i pazienti ed ai loro curanti, su scala mondiale, anche al di fuori dei centri clinici di eccellenza settoriale.

Insomma, notevoli utilità potenziali, purché si sappia mantenere alto il livello di conoscenza e quello di esame critico dei risultati ottenuti.

Ma in realtà, il cammino dell’intelligenza artificiale in medicina è appena incominciato …

 

——— Riferimenti ——

Beam A.J., Drazen J.M., Kohane I.S., Tze-Yun L., Manrai A.K., Rubin E.J.: “Artificial Intelligence in Medicine”. NEJM 388; 13, 1220-21, 2023.

 





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