CAMBIAMENTO CLIMATICO E DISASTRI AMBIENTALI. QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA
Francesco Bottaccioli
Di fronte al ripetersi di ondate di calore possenti e di disastri ambientali in Italia e nel mondo (dall’Emilia Romagna alle Hawaii) con crescente frequenza e intensità, c’è ancora qualche cretino che, come per il Covid, rimuove la propria ansia negando l’evidenza, ma c’è anche chi non sa bene cosa fare. Ebbene, occorre cambiare il punto di vista sul mondo. Qui ci soccorre una riflessione di Gregory Bateson, un grande intellettuale che, mezzo secolo fa, in un libro che andrebbe letto, così scrive:«Se mettete Dio all’esterno,» (Dio in senso spinoziano, Deus sive Natura, Dio o Natura), «e lo ponete di fronte alla sua creazione, e avete l’idea di essere stati creati a sua immagine, voi vi vedrete logicamente e naturalmente come fuori e contro le cose che vi circondano. E nel momento in cui vi arrogherete tutta la mente, tutto il mondo circostante vi apparirà senza mente e quindi senza diritto a considerazione morale o etica. L’ambiente vi sembrerà da sfruttare a vostro vantaggio. La vostra unità di sopravvivenza sarete voi e la vostra gente o gli individui della vostra specie, in antitesi con l’ambiente formato da altre unità sociali, da altre razze e dagli animali e dalle piante.»La conclusione è tanto suggestiva e attuale quanto terribile: «Se questa è l’opinione che avete del vostro rapporto con la natura e se possedete una tecnica progredita, la probabilità che avete di sopravvivere sarà quella di una palla di neve all’inferno» (G. Bateson G. Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano, 1976, pp. 502-503).