La prevenzione del declino cognitivo è a portata di mano! Il FINGER Study.

pubb. martedì, 24 Ottobre, 2023


La prevenzione del declino cognitivo è a portata di mano!

Il FINGER Study.

Filippo Angelini

Il deterioramento cognitivo e la demenza in età avanzata stanno diventando delle patologie dai costi umani, sociali ed economici sempre più gravosi. Si stima che un terzo dei casi di malattia di Alzheimer nel mondo sia imputabile a dei fattori di rischio modificabili (bassa istruzione, ipertensione arteriosa, obesità, diabete, inattività fisica, fumo e depressione) generando quindi la possibilità di elaborare strategie di prevenzione efficaci. Ma il deterioramento cognitivo, la demenza e il morbo di Alzheimer sono disturbi complessi, multifattoriali e per ottenere effetti preventivi ottimali potrebbero essere necessari interventi multidominio mirati a diversi fattori di rischio e malattie.

Questo è stato l’obiettivo del FINGER study, uno studio volto a valutare proprio quanto degli interventi multidominio potessero modificare la probabilità di pazienti a rischio di sviluppare deterioramento cognitivo. Oltre ad essere il primo trial randomizzato controllato sull’argomento è anche il primo ad essere numeroso (sono stati arruolati complessivamente 1200 pazienti), metodologicamente robusto e di lunga durata (2 anni), fornendo inoltre un modello pragmatico, replicabile ed adattabile anche ad altre realtà. Gli interventi nel gruppo di trattamento consistevano nel seguire un regime alimentare, un programma di esercizio fisico, delle attività di allenamento cognitivo (per i dettagli delle attività si rimanda all’articolo) ed incoraggiavano i partecipanti alla socializzazione visti i numerosi incontri di gruppo previsti nello studio stesso.

I risultati, valutati attraverso una versione estesa del neuropsychological test battery (NTB), hanno mostrato un miglioramento complessivo nei test dal 25% al 150% nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo, inoltre le misurazioni effettuate nei vari ambiti hanno suggerito effetti benefici sia sulla cognizione globale che su domini cognitivi altamente rilevanti per le attività quotidiane (come ad esempio, funzionamento esecutivo, velocità di elaborazione e compiti di memoria complessi), aprendo la porta alla speranza di poter rimandare l’insorgenza di demenza di alcuni anni.

Gli autori dello studio hanno anche fondato un istituto ed avviato collaborazioni internazionali per portare avanti il progetto a livello globale.

Per tutti i dettagli si rimanda all’articolo ed al sito dell’istituto fondato dagli autori dello studio:

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(15)60461-5/fulltext

https://fbhi.se/





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