Respirare aria inquinata fa male anche al cervello …

pubb. sabato, 29 Aprile, 2023


Respirare aria inquinata fa male anche al cervello …

 

di Mauro Bologna

 

Incredibile, ma ormai sufficientemente provato: le particelle di inquinanti aerei (dette PM 2,5 per le loro piccole dimensioni, capaci di arrivare fino agli alveoli polmonari … ed oltre…) possono essere assorbite nel sangue ed arrivare in tutti gli organi, cervello compreso, dove sono in grado di innescare e mantenere un quadro infiammatorio cronico che è alla base delle malattie neurodegenerative, tra cui la demenza di Alzheimer. La quale, non a caso, si manifesta ampiamente nei soggetti che vivono in aree urbanizzate ed industrializzate, nonché in età avanzata, dopo anni di esposizione ai fattori ambientali patogeni, che sostengono e rinnovano i fenomeni infiammatori di base.

Sull’argomento dell’inquinamento dell’aria siamo già intervenuti in questa sede (vedi Newsletter n. 12-2023), ma sullo stesso tema (sempre più rilevante e documentato) verrà pubblicata una mia relazione più estesa e completa nel prossimo numero di PNEI NEWS, in corso di allestimento. In tale prossimo articolo saranno trattate tutte le diverse alterazioni collegate con questa causa patogena ambientale (malattie respiratorie, cardiovascolari, renali, endocrino-metaboliche, gastrointestinali e neurologiche), ma desidero anticipare qui alcuni concetti importanti che possono essere di interesse per molti dei nostri lettori con attività cliniche di area neuropsicologica.

E’ ormai provato che le particelle solide aerotrasportate (Particulate Matter, PM) che sono spesso di dimensioni molto piccole, inferiori ai 2,5 micrometri (micron) di diametro, possono raggiungere gli alveoli polmonari ed essere assorbite nel sangue, dopo attraversamento delle barriere epiteliali ed endoteliali degli alveoli polmonari. Esse vengono dunque rilevate nel sangue circolante dei soggetti esposti a respirarle (numerosissimi, in relazione alla vastissima distribuzione di tali inquinanti dell’aria in tutte le aree urbane e maggiormente industrializzate). Le conseguenze sulla distribuzione e sulla gravità delle patologie connesse, in funzione con il tempo di esposizione individuale, vengono sempre più riscontrate ma richiedono ampie ricerche epidemiologiche multidisciplinari. Senza dubbio i disturbi riscontrati hanno in comune il meccanismo patogenetico fondamentale dell’infiammazione cronica e dei fenomeni ossidativi correlati. In ambito di sanità pubblica, l’inquinamento dell’aria riveste senz’altro un’importanza di primaria grandezza e dovrà essere affrontato in modo deciso e convinto a tutti i livelli: sanitari, economici, politici ed ambientali. Per un approfondimento, vedi la referenza sotto riportata (Pryor et al., 2022).

Sul vasto tema delle patologie neurodegenerative è inoltre in programma in settembre di quest’anno un ricco convegno internazionale: ISAD-2023, Innovations and State of the Art inAlzheimer’s & Dementia, 4th Edition, Barcellona, 13-14 settembre 2023 (di cui è possibile esaminare il programma completo al sito: https://alzheimers-dementia.org/ ).

 

Mauro Bologna

 

——— Riferimenti ——

 

Pryor, J.T., Cowley, L.O., Simonds, SE: The physiological Effects of Air Pollution: Particulate Matter, Physiology and Disease. Frontiers in Public Health, July 14th 2022, Vol. 10, article 882569.

 





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