COVID-19. A PROPOSITO DEL VACCINO ASTRAZENECA

pubb. venerdì, 19 Marzo, 2021
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PROTEGGERE IL GREGGE E LA PECORA OVVERO LA SOCIETÀ E LA SINGOLA PERSONA.

QUESTA È MEDICINA SCIENTIFICA AVANZATA

di Francesco Bottaccioli

L’Agenzia europea dei farmaci (EMA) nel suo atteso verdetto sulla sicurezza del vaccino Astrazeneca ha ribadito che, in termini di popolazione, i benefici che porta la vaccinazione con Astrazeneca superano i rischi degli effetti avversi anche molto gravi. Che dire? Ovvio, egregi membri dell’Ema. Solo chi ha la mente obnubilata novax può disconoscere che anche un vaccino di efficacia moderata come quello Astraxeneca riduce su larga scala il livello di gravità della Covid-19 e quindi contribuisce a ridurre la mortalità che, per stare all’ Italia, colpisce centinaia di persone ogni giorno. Ma il punto non è questo. Esso si compone di due aspetti: 1) esiste una relazione tra vaccino Astrazeneca e rari gravi eventi di alterazione della coagulazione del sangue che possono essere anche fatali? 2) nel caso ci sia, è possibile fare qualcosa per prevenire questi eventi? Sulla prima domanda, i tecnici dell’EMA hanno dovuto ammettere che “non può essere escluso un legame con i rari casi tromboembolici” al punto che la Presidente della Farmacovigilanza dell’EMA ha dichiarato che il bugiardino del vaccino “deve essere aggiornato: è importante che venga comunicato al pubblico e agli operatori sanitari perché apprendano meglio queste informazioni, permettendo loro di mitigare questi effetti collaterali”. Quindi, la connessione vaccino Astrazeneca e rari eventi tromboembolici non si può escludere. Come risponde l’EMA al punto 2? Dispone la scrittura dell’avvertenza sul foglietto illustrativo. Bene. Questo vuol dire che medici e cittadini devono essere avvertiti del rischio che riguarda persone che, per condizioni generali (ad esempio alterazioni della coagulazione di tipo genetico) o per condizioni attuali (per una malattia cronica o altro), possono essere a rischio di tromboembolismo conseguente alla vaccinazione Astrazeneca. I cittadini hanno quindi il diritto di pretendere dai loro medici che vengano riconosciuti e, nel caso, si indaghino questi fattori di rischio.

L’obiezione a questo ragionamento, che è rimbombata su tutti i media, è: sono casi rarissimi, non vale la pena preoccuparsi e poi il rischio zero non esiste… Intanto, stando a quanto comunicato ufficialmente non da Astrazeneca, ma da Johnson&Johnson che ha prodotto un vaccino simile, gli eventi tromboembolici nello studio controllato vaccino versus placebo sono stati i seguenti:

Fonte: FDA https://www.fda.gov/media/146304/download The safety subset includes 6,736 individuals (3,356 from the Janssen COVID-19 Vaccine group, 3,380 from the placebo group)

11 eventi, di cui 6 seri sono pochi? Intanto sono nettamente di più del gruppo placebo e poi, se valutati rispetto alla numerosità del campione (3356 volontari vaccinati), la percentuale dello 0,33% è inquietante. Speriamo proprio che non sia così, perché, sulla scala dei milioni di persone, potrebbe essere un bel problema. E poi, fossero anche davvero poche le persone che corrono questo rischio, ma che scienza e che medicina è quella che non si pone l’obiettivo di proteggere la vita delle singole persone? Che tratta i cittadini come i generali nelle guerre mondiali trattavano i poveri fanti il cui sacrificio “eroico” consentiva di ottenere il beneficio della vittoria? Siamo guidati da scienziati e da medici o da generali? Quindi, ottimo il vaccino per proteggere la società, misure mediche preventive per proteggere la singola persona. Questa è la medicina scientifica che ci piace e che è all’altezza del XXI secolo.

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