DALLO STUDIO SULLA IMMUNIZZAZIONE NATURALE VENGONO IPOTESI PIÙ PRECISE SU EFFICACIA E PROTEZIONE DEI VACCINI ANTI-COVID-19

pubb. domenica, 17 Gennaio, 2021


Come è noto, ad oggi non conosciamo il livello di efficacia reale dei diversi vaccini anti-Covid-19, quanto duri la protezione e se i vaccinati non trasmetteranno l’infezione.

Possono aiutarci ad avere idee più precise al riguardo i risultati di uno studio inglese, pubblicato il 14 gennaio 2021 nel sito del Governo UK Public Health England, che, a partire dal giugno scorso, ha monitorato 6,614 lavoratori della sanità positivi a COVID-19 verificando il livello di anticorpi specifici.

A distanza di 5 mesi l’83% del campione presenta ancora anticorpi e non si è reinfettato. Più precisamente, tra il 18 giugno e il 24 novembre 2020 degli oltre 6000 soggetti studiati solo 44 hanno manifestato segni di reinfezione, quindi oltre l’80% è ancora protetto. Tuttavia, la professoressa Susan Hopkins, Senior Medical Advisor al Public Health England, responsabile dello studio (denominato SIREN), ha dichiarato: “Noi adesso sappiamo che le persone che hanno contratto il virus e che hanno sviluppato anticorpi sono protetti dalla reinfezione, ma questa protezione non è totale e non sappiamo quanto duri. In particolare, e questo è un punto cruciale, noi pensiamo che queste persone possano ancora essere in grado di trasmettere il virus”.

Quindi: 1) è difficile pensare che la protezione conferita dai vaccini sia superiore a quella naturale che, secondo questo studio, si attesta attorno all’80%; 2) gli anticorpi persistono nella grande maggioranza degli infetti e quindi, presumibilmente, dei vaccinati almeno 5 mesi; 3) è probabile che l’immunizzazione non blocchi la trasmissione del virus bensì solo la gravità della malattia.

Le implicazioni pratiche di queste ipotesi sono: 1) le misure di protezione dure restano fondamentali e resteranno tali per almeno tutto questo anno (speriamo con un allentamento in estate!) anche quando auspicabilmente la vaccinazione avrà raggiunto livelli alti di copertura della popolazione, che comunque è altamente improbabile che raggiungerà la mitica immunità di gregge nel corso del ‘21; 2) l’integrazione delle cure (psicologiche, antistress, nutrizionali, nutraceutiche, fitoterapiche) è cruciale: affidarsi solo ai vaccini presentandoli come la soluzione finale rapida può essere molto pericoloso in termini di tenuta psicologica della gente, che, illudendosi della rapida soluzione finale, potrebbe non reggere nel lungo periodo.

Francesco Bottaccioli 15.1.21





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