IL MERCATO E LA SALUTE

pubb. lunedì, 25 Gennaio, 2021


di Francesco Bottaccioli

Il Presidente del Consiglio, prof. Giuseppe Conte, ieri 23 gennaio su Facebook, a proposito delle recenti difficoltà a reperire quantità adeguate di vaccini anti-Covid, ha esordito con le seguenti parole “Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti-Covid sono preoccupanti”. Egli fa riferimento alle decisioni della Pfizer di tagliare le forniture concordate di vaccini e agli annunci di AstraZeneca di riduzione del 60% del numero delle dosi su cui fa affidamento il piano vaccinazioni dell’Italia.

Conte ha dichiarato in modo inequivocabile che non accetterà questo comportamento delle multinazionali del farmaco e ricorrerà “a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali, come già stiamo facendo con Pfizer-Biontech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale”. Ottimo! “Proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale”, concordo in pieno e suggerisco un’ulteriore forma di protezione.

Prima di illustrarla, una premessa necessaria: la salute, la vita e la morte dell’umanità possono dipendere dalle logiche di mercato dei grandi monopoli farmaceutici? Miliardi di persone, governi e istituzioni sovranazionali possono sottostare alle insindacabili decisioni di alcuni privati? In tutte le legislazioni democratiche, nel quadro del rispetto della proprietà privata e dei diritti dei singoli, è sempre previsto che lo Stato, in nome della difesa del supremo interesse della collettività, metta in campo azioni che limitano i diritti del privato. Lo vediamo in questa pandemia: i governi, in nome della difesa della salute pubblica, giustamente limitano i diritti dei singoli cittadini, bloccano e ridimensionano le attività produttive, sapendo di provocare sofferenza psicologica e una riduzione importante del reddito personale e societario derivante da attività commerciali e ricreative.

Lo fanno in nome di un principio e di un interesse superiore a quello del singolo: la difesa della salute della collettività.  Perché non usare questo principio anche nei confronti delle aziende produttrici di vaccini? Imponendo che le licenze vengano condivise e che gli Stati non siano costretti a indebitarsi fino al collo entrando in concorrenza tra loro per assicurarsi i quantitativi necessari? Sento l’obiezione: ma la libera iniziativa privata dove va a finire?

Che sia libera l’iniziativa privata in tema di produzione di farmaci ci sarebbe molto da dire, visto i colossi che dominano il mercato, ma, gentilmente (lo sottolineo per l’algoritmo di Facebook), ripeto: la libertà di uscire di casa, di aprire un ristorante, una palestra, un cinema, una sala da ballo dove è andata a finire? È stata giustamente sacrificata in nome di un principio e di un interesse superiore. Così dev’essere per tutti – mi pare una conclusione conseguenziale.





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