First things first: facciamo prevenzione davvero, a partire dal fumo di tabacco.

pubb. mercoledì, 23 Agosto, 2023


Ricominicamo dai fondamenti della prevenzione per il mantenimento della salute: fumo di tabacco e dipendenza da nicotina.

Uno speciale di Nature da poco pubblicato.

www.nature.com/collections/smoking-outlook

di Mauro Bologna

 

Il fumo di tabacco costituisce un carico enorme sulla salute globale. Nel 2019 è stato responsabile del 14% circa di tutti i decessi su scala planetaria, in base alle statistiche internazionali, che dimostrano come (malgrado alcuni progressi limitati) il tabacco continui ad essere un problema sanitario formidabile. Infatti i fumatori attivi nel mondo sono oltre un miliardo. Tuttavia, esistono nuovi strumenti per aiutare a smettere di fumare, ma occorre che vengano utilizzati adeguatamente, nel contesto di iniziative sanitarie logiche ed efficaci, nonché costanti e generali.

A sottolinearlo con forza è la rivista Nature, con una recente rubrica speciale “outlook” (serie di articoli specifici dedicati al tema) che è consultabile liberamente al link: www.nature.com/collections/smoking-outlook.

In Italia un adulto su cinque fuma regolarmente ed in molti paesi emergenti la percentuale di fumatori è ancor più elevata. Il fumo rappresenta (senza dubbio alcuno) la princiaple causa evitabile di malattia e di morte. I medici lo sanno (o dovrebbero saperlo), ma spesso dimenticano di occuparsene con i loro pazienti, mentre dovrebbero farlo costantemente, per migliorare lo stato di salute di tutti e per contribuire al contenimento delle spese sanitarie, che come vediamo non riescono a garantire tutte le cure necessarie per tutti coloro che ne avrebbero bisogno. E allora ? Restituiamo alle cause di alta importanza statistica un posto ai livelli più alti della nostra attenzione (dunque “First things first”, come dicono gli anglosassoni). Soltanto una visione corretta ed integrata dei problemi potrà portare ad un futuro con meno patologie e con meno problemi sanitari. E qui i clinici di area PNEI, convinti attori di una visione integrata dei problemi della salute, devono e possono dare un contributo significativo.
Informazione e sensibilizzazione della popolazione, a partire dai più giovani, sono i primi passi operativi da compiere. In questo tema, nella qualità di docente universitario di Patologia Generale (disciplina che studia le cause ed i meccanismi di malattia) chi scrive ha sempre svolto un compito costante, che tuttavia ora va rinvigorito, anche e soprattutto nella pratica clinica, in rapporto alla grande -eccessiva- tolleranza che abbiamo nei confronti dei fumatori. Vedere una persona che fuma ci appare normale, tollerabile e non degno di attenzione. E invece, dovremmo sobbalzare e attivarci subito, operativamente.
Quella persona che fuma sta applicando su di sé (e su chi respira l’aria attorno a lei/lui) una delle cause di malattia più potenti e più studiate tra quelle ormai accertate. Con caratteristiche flogògene (pro-infiammatorie immediate e marcate), mutàgene (in relazione con varie decine di compenenti capaci di generare mutazioni sulle cellule esposte: mutagenesi chimica) e carcinògene nel medio-lungo periodo (cancro del polomne e non solo).
Perché dunque siamo portati a tollerare un tale comportamento? Perché questo comportamento di fumo di tabacco viene comunemente considerato cosa normale? E’ cosa assurda e sconvolgente, per chi conosce i dati scientifici !!!
Ad ogni fumatore va invece ricordato (ad ogni occasione possibile) che il fumo non solo arreca danni certi, ma aggancia il cervello producendo un comportamento di dipendenza (nicotina stimolante cerebrale) inducendo automatismi e sintomi negativi da mancanza (”craving”, desiderio incontrollabile da droga) proprio come avviene con le altre droghe più conosciute. E intanto, i meccnismi patogenetici che riguardano le componenti flogògene e mutàgene del tabacco lavorano sulla biologia delle cellule esposte, giorno dopo giorno, sempre.
In tutti coloro che smettono di fumare entro i 40 anni d’età, la mortalità per le malattie colelgate al fumo risulta del 90% più bassa rispetto a coloro che continuano a fumare o che smettono più tardi (vedere dati outlook).
Perciò ogni fumatore va aiutato subito, invitandolo ad intraprendere senza indugio un percorso di allontanamento dal fumo di tabacco, che si può e si deve avviare al più presto e nel modo più adatto al singolo caso. Proprio una visione PNEI dell’individuo può aiutare molto nelle scelte da consigliare e da intraprendere subito verso una vera prevenzione della salute.
Lo “speciale” outlook di Nature qui referenziato può essere di grande aiuto a tutti i clinici PNEI che si sentano toccati da questo tema importantissimo.
Grazie per la vostra attenzione e per la vostra futura azione di prevenzione in questo senso, davvero necessaria e prioritaria.

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