Gli antibiotici sono un boomerang: già Alexander Fleming raccomandava nel 1945 di non abusarne ma … non l’abbiamo ascoltato!

pubb. mercoledì, 18 Gennaio, 2023


Gli antibiotici sono un boomerang: già Alexander Fleming raccomandava nel 1945 di non abusarne ma … non l’abbiamo ascoltato!

di Mauro Bologna

 

Sulla base di quanto ci ricorda Ilaria Capua in un suo articolo pubblicato il 6 gennaio scorso sul supplemento “Sette” del Corriere della Sera (articolo che inaugura una serie di interventi della nota studiosa su quel magazine del Corriere nella rubrica “Salute circolare”) fu già Alexander Fleming, scopritore della Penicillina, ad ammonire che nella sua grande scoperta si annidava un’importante insidia. L’abuso della penicillina poteva portare ad una selezione dei patogeni resistenti, con conseguenze negative.

La cultura biologica di un grande scienziato intravedeva dunque fin dall’esordio della scoperta degli antibiotici le possibili conseguenze negative.

I fatti degli anni a seguire hanno confermato che il fenomeno della antibiotico-resistenza è di vastissime proporzioni ed è la causa di molti casi di infezioni intrattabili. Abbiamo usato tanti, troppi antibiotici, con l’esercizio di una potente azione selettiva sui germi resistenti, dai quali oggi risulta difficile difendersi. L’antibiotico-resistenza si manifesta non solo nella specie umana, ma anche in specie animali sottoposte a trattamento (animali da reddito: allevati per l’industria alimentare, come maiali, mucche, uccelli e pesci, nonché animali da affezione -cani e gatti soprattutto-). Tutti gli antibiotici usati finiscono non solo nei prodotti alimentari, ma anche nelle acque reflue e nell’ambiente più vasto (liquami e fiumi) fino ai terreni, finendo per alterare il microbioma dell’ambiente, con le trasformazioni ormai evidenti ovunque.

E allora ? Dobbiamo davvero limitare l’abuso di antibiotici, a partire dal loro impiego farmacologico domestico, lì dove non sono necessari: meglio osservare misure igieniche elementari (lavarsi le mani spesso, eseguire le vaccinazioni consigliate), non usare antibiotici a sproposito nelle infezioni virali (in cui non servono affatto) ed evitare che gli antibiotici finiscano nell’immondizia da dove passeranno sicuramente nell’ambiente fluviale e del suolo, con meccanismi di circolarità di cui dobbiamo sempre più essere consapevoli e dai quali dipendono molti aspetti della nostra salute e della salute ambientale. I più attenti tra voi lettori e soci SIPNEI ricorderanno sicuramente l’importante contributo che Ilaria Capua offrì on occasione del nostro Congresso Nazionale (prima parte – ottobre 2020) in tema di pandemia Covid-19 e di “salute circolare”

 





Don`t copy text!