Inquinanti dell’aria, ansia e depressione

pubb. mercoledì, 8 Febbraio, 2023


Inquinanti dell’aria, ansia e depressione

di Mauro Bologna

 

Un articolo di JAMA Psychiatry uscito pochi giorni fa online (in data primo febbraio 2023), a cura di Teng Yang, Frank Kelly et al., in collaborazione tra l’Università di Oxford (Inghilterra), l’Imperial College di Londra e l’Università di Pechino (JAMA Psychiatry. doi:10.1001/jamapsychiatry.2022.4812 ) si pone l’interrogativo di quali siano le associazioni esistenti tra un’esposizione di lungo termine a bassi livelli di inquinanti dell’aria e lo sviluppo di ansia e depressione.

Studiando una coorte di ben 389.125 soggetti (si, leggete bene: si tratta di trecentottantanovemila centottantacinque individui) con esposizione agli inquinanti multipli dell’aria a basse dosi, si è giunti alla conclusione che il fatto di respirare aria inquinata aumenta il rischio di sviluppare ansia e depressione. La potenza statistica della conclusione (che è molto significativa) è davvero elevata.

I disturbi della salute mentale sono una notevole e crescente causa di disabilità, che viene stimata su scala mondiale ad oltre 125 milioni di anni di vita con disabilità (DALYs, Disability-Adjusted Life-Years), rappresentando una causa di DALYS che si colloca al settimo posto nelle statistiche mondiali del 2019, secondo i dati pubblicati dalla rivista Lancet nella serie di rapporti scientifici denominati Global Burden of Disease del 2019.

I soggetti studiati nella ricerca di JAMA Psychiatry (di età media di 56 anni di ambo i sessi, con un 53% di femmine e di composizione multietnica -7814 asiatici, 6788 neri; 1255 cinesi; ed oltre 367000 bianchi, oltre ad altre etnie minoritarie-) sono stati seguiti con un follow-up di oltre dieci anni ed hanno rivelato un tasso di probabilità di 1.16 e di 1:11 (p<0.001) per ansia e depressione rispettivamente nel quartile di esposizione più elevata agli inquinanti multipli dell’aria rispetto al quartile meno elevato. Analisi di sottogruppo hanno rilevato andamenti analoghi per le esposizioni a singoli inquinanti come particolato atmosferico (PM 2,5) ed ossidi d’azoto (NO e NO2).

I dati derivano dalla UK Biobank che contiene informazioni di diagnosi e di ricovero nell’ambito del Sistema Sanitario Britannico (Medicina di base e Ricoveri Ospedalieri soprattutto), con esclusione di soggetti che avessero diagnosi di ansia e depressione già all’inizio dello studio (reclutamento svolto tra il 2006 ed il 2010) e con accertamento costante dei dati di inquinamento ambientale nelle zone geografiche di vita e di lavoro dei singoli partecipanti, nell’intero periodo di osservazione.

La conclusione è che una riduzione dell’inquinamento dell’aria a lungo termine può implicare una significativa diminuzione dell’incidenza di ansia e depressione che caratterizzano sempre di più i soggetti che vivono in aree urbane ed industrializzate, con aria inquinata ad opera di inquinanti multipli.

 

——— Riferimenti ——

Teng Yang et al. JAMA Psychiatry. doi:10.1001/jamapsychiatry.2022.4812

 

GBD2019 Diseases and Injuries Collaborators. Global burden of 369 diseases and injuries in 204 countries and territories, 1990-2019: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2019. Lancet. 2020; 396 (10258): 1204-1222. doi:10.1016/S0140-6736(20)30925-9

 

 





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