Francesco Bottaccioli
Ho sentito a Omnibus, la trasmissione della 7, una esponente del femminismo di destra (che anche cent’anni fa salì sul carro di Benito), ribadire un concetto espresso dalla neoministra della Famiglia, della natalità ecc: l’aborto non è un diritto. Non lo è, dicono, perché per le donne è un’esperienza dolorosa e poi perché – e qui la signora si arrischia sulle vette della filosofia del diritto – “il diritto è sempre positivo, non può essere negativo”.Secondo l’ultima edizione del Dizionario dell’italiano Treccani, diritto è la “Possibilità tutelata dalla legge di esercitare scelte o di assumere determinati comportamenti a proprio vantaggio”. Quindi il diritto è una facoltà di scelta tutelata dalla legge. E’ nella disponibilità della persona, che esercita questa facoltà in libertà e nei termini garantiti e stabiliti dalla legge. Esempi di diritto sono i diritti politici, i diritti civili e, su tutti, i cosiddetti diritti dell’uomo, che chiamerei meglio diritti umani, che sono i diritti fondamentali, tra cui quello di disporre liberamente della propria salute e del proprio corpo.
Dire che l’aborto non è diritto è quindi una plateale menzogna, che è a fondamento della battaglia che la destra ha ingaggiato per declassarlo a pratica (per ora) da tollerare, una pratica vergognosa, da non rivendicare e quindi da poter vanificare del tutto nell’offerta della sanità pubblica. In sostanza, abolirlo di fatto. Sarà poi uno scherzo cancellarlo nelle disposizioni di legge
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