Steatosi epatica, stress e paradigma PNEI
Ilaria Demori
La steatosi epatica, cioè l’accumulo di grasso nel fegato, è una condizione fisiopatologica riscontrabile nel 25% della popolazione mondiale, che rappresenta un grave problema di salute pubblica nel mondo occidentale. Recentemente è stato proposto di indicare la steatosi epatica con l’acronimo MAFLD (Metabolic-dysfunction Associated Fatty Liver Disease), per metterne in evidenza l’origine multifattoriale e la variabilità delle manifestazioni fenotipiche. In questo modo si è chiarito che la malattia non è limitata al fegato, ma rappresenta una condizione sistemica collegata a numerosi squilibri metabolici, quali insulino-resistenza e obesità, e a patologie cardiovascolari. In questa prospettiva, gli autori propongono di inquadrare la steatosi epatica all’interno del paradigma PNEI, e si soffermano sul possibile ruolo dello stress psicosociale nella patogenesi della MAFLD. Infatti, il cortisolo esplica numerose azioni metaboliche che nel lungo periodo influenzano negativamente le regolazioni metaboliche, immunitarie e comportamentali. Dal punto di vista PNEI, considerare la risposta di stress come obiettivo terapeutico consente di influenzare contemporaneamente più percorsi nello sviluppo della MAFLD, tra cui dismetabolismi, infiammazione, comportamenti alimentari, asse intestino-fegato e disbiosi. Nonostante la ricerca sul legame tra stress e MAFLD sia ancora agli inizi e ci sia un forte bisogno di studi longitudinali ben progettati per esaminare gli effetti comportamentali e metabolici dello stress cronico, sulla base della letteratura esistente siamo convinti che inquadrare i dati sperimentali ed epidemiologici all’interno di una visione PNEI aiuterebbe a raggiungere una maggiore comprensione della patologia e migliori risultati terapeutici
——— Riferimento ——
Demori, I.; Grasselli, E. The Role of the Stress Response in Metabolic Dysfunction-Associated Fatty Liver Disease: A Psychoneuroendocrineimmunology
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