Francesco Bottaccioli
Uno studio che ha interessato quasi 4 miliioni di persone, danesi e svedesi, pubblicato su JAMA, la rivista dei medici americani, documenta che la morte di un genitore incrementa del 41% l’ischemia cardiaca e del 30% l’ictus nei figli. L’età più a rischio sono quelle della primissima infanzia (0-5 anni) e della adolescenza (13-18 anni), ma anche i ventenni e i trentenni corrono un rischio rilevante, a causa della morte di un genitore, che diventa davvero importante se muoiono entrambi.
Questo studio porta una ulteriore evidenza empirica su un tema che abbiamo a lungo trattato nei nostri libri e nelle nostre pubblicazioni scientifiche internazionali: l’influenza delle emozioni e degli stati d’animo sul cuore e sul cervello.
Evidenze che richiedono un cambio radicale non solo nel sostegno psicologico alle persone che hanno subito un lutto ma anche nella prevenzione delle patologie e degli eventi cardiovascolari, che fino ad ora è affidata all’aspirina, utile però solo in prevenzione secondaria e cioè nelle persone che già hanno avuto un infarto o un ictus. Occorre passare alla prevenzione primaria basandoci sulla cura del benessere mentale, imparando, con l’aiuto di esperti, a gestire lo stress e a svolgere una regolare attività fisica.
JAMA Netw Open. 2022;5(6):e2218178. doi:10.1001/jamanetworkopen.
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