Una nuova classe di cellule attive nel cervello

pubb. mercoledì, 4 Ottobre, 2023


Una nuova classe di cellule attive nel cervello

di Mauro Bologna

 

La ricerca scientifica, per nostra grande fortuna, ci riserva costantemente delle sorprese, con prospettive future di grande portata, sia nel campo della diagnosi che in quello della cura.

Una scoperta avvenuta negli ultimi mesi, e pubblicata sulla rivista Nature in settembre, riguarda appunto una nuova famiglia di cellule cerebrali astrocitarie dotate di caratteristiche del tutto sconosciute, che riguardano la capacità di produrre neuromediatori. Gli astrociti non rappresentano dunque soltanto un sostegno ed una protezione per i neuroni (come ritenevamo da tempo), ma collaborano alla funzione dei neuroni ed alla loro raffinata elaborazione delle informazioni.

Lo studio di cui vi riferisco, qui sotto referenziato, è frutto di una collaborazione di centri di ricerca in Neuroscienze di Svizzera (Università di Losanna), Italia (IRCSS Santa Lucia, e Università di Roma La Sapienza), Inghilterra (University College, Londra), e Danimarca (Università di Copenhagen).

Le cellule gliali ora scoperte hanno la peculiarità di rilasciare neurotrasmettitori, in particolare il glutammato, ad una velocità analoga a quella necessaria per una rapida modulazione della trasmissione sinaptica. L’ipotesi che ciò potesse avvenire era stata già avanzata in passato, ma le prove in tal senso non erano mai state trovate. Ora, invece, esiste una chiara dimostrazione diretta di questo importante fenomeno, attraverso analisi trascrittomiche su singole cellule, dimostratamente presenti in diverse regioni cerebrali, sia nel topo che nell’uomo. Tra queste regioni ci sono anche l’ippocampo ed il giro dentato (coinvolte nella formazione dei ricordi), nonché la substantia nigra (coinvolta nel controllo motorio) e la corteccia visiva.

Nello studiare il rapporto tra cellule gliali glutammatergiche e neuroni è emerso che in tale ambito si possono verificare influenze nella trasmissione delle informazioni tra i neuroni ed anche una modulazione della plasticità sintetica dei circuiti cerebrali della memoria e del controllo motorio.

Queste nuove acquisizioni potrebbero avere dunque (e speriamo presto) alcuni sviluppi clinici significativi per i disturbi neurologici, dal morbo di Alzheimer al morbo di Parkinson, con la prospettiva di poter correggere i malfunzionamenti di sottogruppi specifici di cellule neuronali. Una prospettiva, dunque, estremamente interessante e promettente.

 

Mauro Bologna

 

——— Riferimenti ——

R. De Ceglia, A. Ledonne, D.G. Litvin, et al.: Specialized astrocytes mediate glutamatergic gliotransmission in the CNS. Nature, September 2023, https://doi.org/10.1038/s41586-023-06502-w





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